Quale colore per la mia protesi?

La protesi dentale assolve ad un duplice compito: sostituire uno o più elementi mancanti nell’arcata dentaria ripristinando la corretta funzionalità per la masticazione e la fonazione, e ricostruire la continuità estetica del sorriso, restituendo alla bocca la sua piacevolezza.

Per eseguire al meglio quest’ultimo incarico, è necessario che la protesi, sia essa un ponte o una corona, si integri perfettamente con gli altri denti, risultando indistinguibile. La scelta del colore della protesi è quindi il momento decisivo, e ricade sulle spalle del dentista che dev’essere adeguatamente formato per poter compiere la scelta più giusta.

 

Colore, ma che colore?

Sorprenderà molti sapere che i denti umani sono di colore tra il giallo e il giallo-rosso. È così per uno dei sistemi di classificazione dei colori più utilizzati al mondo, il sistema Munsell, messo a punto da inizio ‘900 dal pittore americano Albert Henry Munsell. Secondo tale sistema, basato sulla percezione umana di quell’onda di energia visibile riflessa che noi chiamiamo “colore”, per descrivere un colore è necessaria una qualità e due quantità:

– La qualità è la TONALITÀ, ovvero il colore puro percepito dal nostro occhio. Per Munsell ci sono 10 famiglie di tonalità; rosso, giallo, verde, blu, viola, più le 5 tonalità intermedie. Quindi, come detto, i denti ricadono nella tonalità del giallo e del giallo-rosso.

– La prima quantità è la LUMINOSITÀ, e misura quanto bianco o nero è aggiunto ad una tonalità.

– La seconda quantità – e quindi la terza categoria con la quale classificare un colore nel sistema Munsell – è la SATURAZIONE: per comprendere la saturazione mettetevi nei panni di un pittore… più pennellate date, una sopra l’altra, più la tela sarà satura del colore di cui è imbevuto il pennello.

In questo modo si spiega com’è possibile che i denti siano gialli o giallo-rossi. Infatti i denti umani hanno elevati valori della scala della luminosità e bassa saturazione, il che, in effetti, li fa apparire di colore bianco.

 

 

Gli errori da evitare nella scelta del colore

I dentisti sono dotati di tabelle comparative da affiancare ai denti naturali per la scelta del colore e sono adeguatamente formati per evitare gli errori più comuni che potrebbero condurre ad una scelta sbagliata:

  •  Valutare i denti del paziente da sopra e da una distanza ravvicinata, ovvero dalla comune posizione che ha il dentista quando sta operando. In realtà il colore dei denti va valutato frontalmente e dalla distanza che si avrebbe durante una normale conversazione.
  •  Effettuare la valutazione in una stanza illuminata con una luce che non riproduca quella che è considerata l’illuminazione naturale ideale (l’illuminazione perfetta sarebbe quella della luce naturale a mezzodì con esposizione a Nord in una giornata leggermente nuvolosa). La classica luce operatoria, per esempio, non è la luce giusta per decidere di quale colore fabbricare la protesi.
  •  Non tenere conto che le tabelle comparative hanno uno sfondo diverso da quello che ha il dente una volta inserito in bocca, il che altera facilmente la percezione dei colori.
  • Fissare troppo a lungo i denti; in realtà è meglio dare rapide occhiate successive di circa 5 secondi, fissando, tra un’occhiata e l’altra, una carta di colore blu o grigio per far riposare gli occhi.

Evitare questi errori e, soprattutto, non effettuare troppo in fretta questa scelta ma prendersi tutto il tempo necessario, porterà il dentista a prendere la decisione più giusta, tenendo in considerazione che ogni materiale offre prestazioni diverse.

I materiali e la resa estetica

Qui di seguito l’elenco dei principali materiali utilizzabili per le protesi dentarie, in considerazione della loro capacità di riprodurre il colore dei denti naturali, che è il risultato della somma dello smalto traslucido e del giallo della dentina sottostante, e per questo è così difficile da ottenere.

 

Ceramica

Attualmente è la più utilizzata per il rapporto costo/efficacia e perché riesce a riprodurre la traslucenza dello smalto. Purtroppo, non eccelle in resistenza, il che la rende più soggetta a rompersi o a scheggiarsi rispetto, per esempio, alla zirconia. Per ovviare al problema della fragilità spesso le protesi in ceramica hanno l’anima in metallo, il che, tuttavia, ha delle conseguenze negative in quanto diminuisce la traslucenza e, al ritiro delle gengive, può apparire un bordino nero sul colletto dentale.

 

Zirconia

L’introduzione della zirconia, una famiglia di ceramiche derivate dallo Zirconio, biocompatibili e molto resistenti, ha rappresentato la prima grande novità nel campo protesico dai tempi delle corone in metallo-ceramica. Al giorno d’oggi, ovviando agli inziali problemi estetici dati da un’eccessiva opacità del materiale, sono disponibili protesi in zirconia che riescono a riprodurre anche la traslucenza dello smalto naturale.

 

Disilicato di litio

Si tratta di un materiale composto di vetro e silicio che permette di variare le caratteristiche estetiche a seconda delle esigenze del paziente, raggiungendo risultati eccellenti. È il materiale più recente di questo elenco e probabilmente il migliore dal punto di vista estetico.

 

Resina

Le resine sono dei polimeri plastici in continua evoluzione, alla ricerca di prestazioni e rese estetiche sempre migliori. In ogni caso la resina rimane la soluzione più economica e dalle prestazioni inferiori.

 

Oro

È il materiale esteticamente peggiore, anche se uno di quelli migliori per biocompatibilità e per la riduzione del rischio di reinfezioni. Ormai è quasi totalmente in disuso.

 

 

 

13 Dicembre, 2022