Igiene dentale: quali sono i soggetti a rischio? Parla la dott.ssa Dodon

Natalia Dodon è originaria della Moldova, precisamente della capitale Chisinau; in gioventù si è traferita in Italia al seguito della madre e ha conseguito il diploma odontotecnico presso l’Istituto “Giorgi” di Treviso. Nel 2014 si è laureata in Igiene Dentale all’Università di Padova. Fra un anno festeggerà i suoi primi 10 anni di carriera, tutti nel gruppo Odontosalute.
Dottoressa, ci sono delle categorie di persone che in questi anni ha individuato come particolarmente a rischio sul fronte dell’igiene orale?
La prevenzione è alla base di tutto e in un modo o nell’altro ne abbiamo bisogno tutti, me compresa. Anch’io vado a mia volta dall’igienista. Poi, per entrare nello specifico della domanda, in realtà non credo che si tratti di individuare delle categorie più a rischio di altre, ma di capire che ogni categoria di persone va incontro a rischi diversi e quindi necessita di determinate cure e attenzioni. Per esempio i pazienti adulti, categoria della quale faccio parte, in maggioranza hanno una forma di gengivite; magari leggera, ma la maggioranza ce l’ha. Anzi, si stima che il 60% degli italiani adulti abbia una forma di parodontite, quella che una volta era chiamata piorrea. Per cui mi sento di dire che siamo tutti a rischio e che tutti abbiamo bisogno di cure dentali professionali.
Cosa causa questa alta incidenza di malattie gengivali?
La malattia parodontale è multifattoriale; ad oggi possiamo dire che per molte persone c’è una predisposizione genetica alla malattia. Attenzione, questo vuol dire che si eredita la predisposizione e non la malattia, nel senso che diversi casi di piorrea tra la propria ascendenza non devono essere percepiti come una “condanna”, ma piuttosto come un invito ad alzare ulteriormente la soglia dell’igiene orale.
Dopodiché, l’altro fattore molto importante è quello batterico, cioè la presenza di placca sui denti che causa l’infiammazione gengivale e incide molto sulla progressione della malattia.
Sappiamo anche che un paziente diabetico ha più difficoltà a mantenere la salute orale…
Lo stato infiammatorio delle gengive è fortemente influenzato dal diabete. In pratica si eseguono le cure ma la gengiva non ha la capacità di ripararsi che ha in un soggetto sano. È la stessa cosa per i fumatori; la nicotina causa una vasocostrizione periferica che fa in modo che alle gengive arrivi meno sangue rispetto a quanto succede in un soggetto non fumatore, motivo per cui anche in questo caso la guarigione è molto difficile. Inoltre, proprio a causa della vasocostrizione, un fumatore può avere un problema di gengivite e non accorgersene.
Continuiamo la panoramica sui “soggetti a rischio”; lei come si comporta con le pazienti incinte?
Per motivi ormonali le donne incinte hanno maggiori probabilità di sviluppare infiammazioni orali. Inoltre, la paziente incinta, magari già affetta a sua insaputa da una forma di parodontite, è ancora più a rischio, dato che può scatenarsi un’infiammazione che in una condizione “normale” non si sarebbe verificata. Insomma, non ci sono contrindicazioni per la pulizia in studio durante la gravidanza; anzi, l’igiene professionale è super-consigliata sia per la salute della mamma che per quella del bambino.
L’impressione è che invece la salute orale venga trascurata nell’insieme della miriade di informazioni che vengono trasmesse ad una donna che comincia una gravidanza.
Assolutamente sì, è così. E direi anche che ci sono tanti falsi miti a riguardo; soprattutto si sente dire che le donne incinte non possono fare l’igiene professionale perché è controindicato. È vero l’esatto contrario: non eseguendo la pulizia in studio la donna in gravidanza si espone ad un rischio d’infiammazione maggiore della media, proprio a causa degli ormoni.
Vorrei concludere parlando dei pazienti con disabilità motorie e in generale con disabilità. Qual è la sua esperienza a proposito?
Ho diversi pazienti che non riescono a curarsi adeguatamente a causa di una disabilità e innanzitutto sono persone che hanno bisogno di sedute più frequenti. In secondo luogo in queste situazioni diventa importantissima l’istruzione delle persone che si occupano dell’assistenza quotidiana. In questi casi faccio venire in studio anche chi accudisce la persona con disabilità, così ho l’occasione esporre anche a lui le tecniche di igiene domiciliare.